Come sempre dopo le elezioni tutti dichiarano di aver vinto o di non aver perso, o di aver perso ma solo di un pochino e che ha perso l’avversario oppure ha vinto ma solo di un pochino.
Anche dopo le ultime elezioni, già nel pomeriggio di Lunedì 25 febbraio, si è scatenata la bagarre su chi ha perso e chi ha vinto e abbiamo ascoltato esimi commentatori scatenati in valutazioni che, diciamo così, non sempre sono state serene e soprattutto obiettive. Soprattutto perché formulate prima dell’ifficialità dei risultati.
Su alcune cose però sono stati tutti concordi:
– il PD e Bersani hanno perso dato che non sono neanche il primo partito in Italia
– il M5S ha stravinto ed è il primo partito politico in Italia.
E’ da Lunedì pomeriggio, dopo le prime proiezioni, che ci sentiamo ripetere continuamente queste cose. Al punto che ci abbiamo creduto tutti.
I deputati e i senatori del M5S ne sono così convinti (penso sia così, non voglio pensare che siano in malafede) che hanno rivendicato per il movimento, “primo partito in Italia”, la presidenza delle due camere, le vicepresidenze, i questori ecc. E poi il governo, monocolore M5S, dato che è il partito più votato nelle ultime elezioni.
Ma è vero che è il partito più votato? Nessuno lo ha mai messo in dubbio fino a oggi eppure non è difficile scoprirlo. Forse non tutti sanno che sul sito http://elezioni.interno.it/camera/scrutini/20130224/ del Ministero dell’Interno si trovano i dati ufficiali relativi alle elezioni degli ultimi anni. Ci sono tabelle riassuntive per l’Italia ma anche i dati relativi alle macro regioni, alle regioni, alle provincie, a tutti i comuni, dalla grane Roma al piccolissimo Trepalle. C’è veramente tutto. Io l’ho esplorato e ho scoperto cose interessanti.
Per esempio che i voti di un partito vanno calcolati sommando i voti ricevuti in qualsiasi circoscrizione il partito si sia presentato, quindi non solo al Nord o solo in Italia ma anche al Sud e nelle circoscrizioni estere. In democrazia, non solo nel M5S, “ogni voto vale uno”, anche quello di chi vive all’estero.
Facciamo i conti:
SENATO
PD
M5S
PDL
Italia
8.400.161
7.285.850
6.829.587
Estero
274.732
89.562
136.052
TOTALE
8.674.893
7.375.412
6.965.639
Ma si sa che il M5S è andato meglio alla Camera….
CAMERA
PD
M5S
PDL
Italia
8.644.523
8.689.458
7.332.972
Estero
288.092
95.041
145.824
TOTALE
8.932.615
8.784.499
7.478.796
E’ vero, la differenza, soprattutto alla Camera, non è molta ma i numeri sono numeri e tutti dovrebbero essere capaci di valutare quale numero è più grande.
I sceneggiatori Usa sono veramente fuori di testa. Dopo aver perso il loro tempo occupandosi solo di vampiri licantropi e morti viventi o fantasmi ora si sono avventurati nel campo delle favole partorendo una serie TV quanto meno bizzarra dal titolo “C’era una volta”. Mi è capitato di vederne alcune puntate su Sky e ora mi vedo costretta a seguire tutta le serie per capire dove vogliono andare a parare, sperando che – come sembra – non ci sia una seconda serie.
Nella trama si parla di una cittadina Usa, chiamata Storybrooke nella quale sarebbero imprigionate, da tempo immemorabile, in seguito ad un sortilegio, i personaggi delle favole della nostra infanzia: Biancaneve e i sette nani, Cenerentola, Cappuccetto rosso, la Bella e la Bestia, Hansel e Gretel, Pinocchio…tutti, di qualsiasi epoca e nazionalità. Artefice del tutto la strega di Biancaneve, la cattiva dei più cattivi cattivissimi che dopo aver ingannato e fatto sortilegi a tutti gli altri, buoni o cattivi delle altre storie, li imprigionati in questa ridente cittadina della quale ha assunto la carica di Sindaco. Elemento di rottura del sortilegio è Emma (interpretata da una bionda Jennifer Morrison, l’attrice che faceva uno dei primi tre assistenti del dott. House, passa da una follia all’altra) , nella vita reale orfana e dalla vita travagliata ma che sembrerebbe essere l’unica figlia di Biancaneve e del Principe Azzurro (a Storybrooke rispettivamente la maestra del paese e il marito di una bionda che si scopre essere la figlia nientepopodimeno che di Re Mida 😆 ), Questa donna sarebbe la madre naturale del figlio adottivo della regina/strega/sindaco della cittadina e per questo convocata lì dal ragazzino che sembra essere l’unico – a parte una altro personaggio misterioso che si rivelerà essere Pinocchio in persona – a conoscenza della storia della cittadina e del sortilegio che la avvolge.
Dapprima riluttante, in breve tempo, sollecitata dal figlio, la tipa deciderà di rimanere a Storybrooke – della quale assumerà la carica di sceriffo (ma è una carica che assegnano a cani e porci? Non è previsto almeno un livello minimo di istruzione che accerti la tua conoscenza degli elementi essenziali della legge? Maledetta la mia formazione da insegnante, penso che l’istruzione – almeno quella di base – sia importante, o, scusate, indispensabile) – per contrastare i piani della regina/strega/sindaco. Così tra nani che nascono dalle uova e vengono battezzati dai picconi 😆 , cappuccetti rossi che sono in realtà lupi mannari, geni dello specchio che fanno i giornalisti (servili ed adulatori in entrambe le professioni), cappellai matti, cenerentole che sono ragazze madri e chi ne ha più ne metta scorrono le puntate – siamo già alla 19-esima – in ognuna delle quali ci viene raccontata la “vera storia” del personaggio protagonista.
Così veniamo a sapere che Biancaneve (bruttina e con le orecchie a sventola, lo specchio si sbagliava, la regina/strega/sindaco è effettivamente molto più bella) è una specie di maschiaccio che circola nella foresta armata di arco e frecce; la regina/strega/sindaco (che ha un armadio pieno di cassettine che contengono i cuori di tutti i personaggi 😆 ) ha ucciso o soggiogato i maghi e/o streghe di tutte le altre favole – compresa quella cattiva di Hansel e Gretel- e odia Biancaneve perché quando era piccola ha involontariamente fatto uccidere l’unico grande amore della regina/strega/sindaco; il Principe Azzurro, che non è un vero principe ma è figlio di contadini, era già sposato prima di incontrare Biancaneve e quindi poi è un bigamo; la Bestia della Bella e la Bestia è un mago molto
potente di nome Tremotino (interpretato da Robert Carlyle, quello di Full monty..mio dio quanto è caduto in basso) che a Storybrooke possiede un negozio di antiquariato e, non è chiaro perché, si allea con Emma contro la regina/strega/sindaco….e via con una quantità di altre cose veramente assurde e demenziali.
E qualche grossa incongruenza. Per esempio Emma, che è vissuta fuori da Storybrooke e quindi per lei il tempo è trascorso normalmente, sembra avere 30/35 anni e questo significa che Biancaneve e il Principe Azzurro si sono incontrati solo 29/36 anni fa. O forse – deve essere sicuramente così – si conoscono da secoli (almeno dal 1812) ma hanno deciso di procreare solo in tempi recenti 😆
Per Pinocchio invece (a quanto sembra vissuto anche lui fuori da Storybrooke) non sembrano esserci ragionevoli spiegazioni riguardo al fatto che non dimostra affatto i suoi più di 130 anni, al massimo ne dimostra 40.
Ridete pure e datemi della pazza perché seguo questa fesseria ma ormai è diventata una droga per me e al martedì sera non posso più farne a meno.
Non amo le pubblicità e infatti non smetterò mai di ringraziare chi ha inventato il telecomando che ci consente di baipassare (questa parola non esiste o per lo meno non si scrive così ma chi se ne frega) ciò che non ci piace e non ci interessa.
Invece mi è capitato spesso in questi ultimi tempi di capitare o rimanere su una pubblicità che ritengo inquietante e/o quanto meno sgradevole.
E’ la pubblicità di cracker e/o brioche di una famosa marca (non facciamo nomi ma dichiariamo di chi si parla, è la “Misura”).
In questi spot vediamo una signorina che, circolando per caso nelle loro vicinanze, si accorge che altre persone che tranquillamente stanno mangiando cracker o brioche, regolarmente acquistate, di questa marca. Ognuno di noi osserverebbe la scena e proseguirebbe per la sua strada ma la tipa invece decide di fingere un malore e con questo stratagemma non solo riesce ad impadronirsi di un/una cracker/brioche ma con un gesto rapido riesce a sottrarre di tutto il pacchetto che si porta via soddisfatta mentre il proprietario o i proprietari rimangono con un palmo di naso. Uno scippo in piena regola. Il tutto termina con l’immagine della tipa che mostra il pacchetto-corpo del reato con un sorriso da impunita.
Non so se sono solo vecchia e moralista e bacchettona ma in tutto questo vedo una morale ed un insegnamento di stampa berlusconiana e frutto della decadenza di valori di questi ultimi decenni cioè: non importa che cosa tu faccia e tu dica – puoi rubare al prossimo o mentire, è tutto lecito e tutto permesso -, l’importante è che tu lo faccia con un sorriso rassicurante.
Al video noleggio mi è capitato sotto mano questo film del 2010. Non ne avevo sentito parlare se non di sfuggita e per la verità la cosa che mi ha attratto di più e indotto a noleggiarlo è stata la presenza di George Clooney.
E’ chiaramente una produzione indipendente, il titolo è “The American”, il regista un certo Anton Corblin che credo fosse alla regia del suo primo film.
Oltre a Clooney non ci recitano attori famosi a livello internazionale a meno che Violante Placido e Paolo Bonacelli non lo siano, ma non credo.
E’ un film strano, è di azione anche se non c’è azione. Un thriller nel quale non accade quasi nulla.
Ed è proprio questo il fascino del film, così poco somigliante ai soliti film di produzione Usa.
Protagonista del film è una specie di agente speciale esperto in armamenti (Clooney) che, braccato da agenti svedesi in seguito a una missione andata male, viene mandato a nascondersi in un paesino di montagna in Abruzzo. Qui, in attesa di qualcosa che risolva la sua situazione, realizza, per una cliente misteriosa, un’arma dalla potenza di fuoco micidiale. La sua vita trascorre solitaria, le uniche relazioni che intreccia sul posto sono con un prete dal passato non limpido (Bonacelli) e con una prostituta (la Placido) della quale si innamora. I contatti instaurati lo portano progressivamente a maturare la decisione di dare un taglio al suo passato e a costruirsi una nuova vita, ma al passato non è possibile fuggire e la storia finisce in modo tragico.
Sicuro protagonista del film è l’Abruzzo fotografato splendidamente con i suoi sconfinati altipiani e i suoi piccoli villaggi abbarbicati sulle colline, deserti e labirintici. Le scene sono ambientate a Sulmona, Castel del Monte e in altri due o tre paesini: non ci sono mai stata e devo dire che non immaginavo che l’Abruzzo fosse così bello, originale, forte e ben conservato.
L’altro protagonista è un Clooney volutamente invecchiato, che non ha paura di mostrare la sua età e i segni del tempo – e per non è meno affascinante del solito, anzi – che è abbastanza bravo nel mantenere alta l’attesa e la tensione dello spettatore anche quando non succede e non succederà nulla e straordinario nel mostrare la sofferenza interiore del protagonista alla ricerca di redenzione.
Insomma un bel film, inadatto per chi cerca azione e sparatorie continue (anche se di morti ce ne sono) che però in qualche caso pecca secondo me di alcune ingenuità. La principale – secondo me – e cercare di farci credere che con pochi rottami metallici e dei coltelli da cucina una persona, per quanto esperta e sicuramente eccezionale come George, sia in grado di costruire un’arma dalla precisione e potenza di fuoco micidiale. Probabilmente questo è la solita mitizzazione che gli americani fanno delle abilità, astuzie, intelligenze e quant’altro dei loro agenti segreti e dei loro militari: fateci caso, in ogni telefilm o film sono presentati sempre come superuomini (o superdonne) onniscienti, abilissimi in qualsiasi arte marziale e in grado di svolgere al massimo livello qualsiasi compito e/o attività (se si fingono miss vincono il concorso di bellezza, se si fingono attori vincono l’Oscar, se si fingono scienziati gli danno il premio Nobel…una roba incredibile).
Va bene che la pioggia pulisce l’aria e le strade e che fa bene alla vegetazione però, cavolo, perché piove sempre e soltanto nel fine settimana? La cosa comincia a essere veramente seccante.